Info Mstoplastica additiva
La mastoplastica additiva, nota come chirurgia di aumento del volume del seno, è diventato l’intervento maggiormente richiesto in chirurgia estetica. La mastoplastica additiva consente di modificare la forma e le dimensioni di un seno troppo piccolo o di correggere un’asimmetria mammaria migliorando l’armonia del corpo e, di conseguenza, la propria autostima.
L’intervento di mastoplastica additiva è indicato per le donne che desiderano:
- rendere più proporzionato e voluminoso il proprio seno rispetto al corpo;
- ridare forma e volume ad un seno che si è sciupato con la gravidanza e l’allattamento;
- correggere un’asimmetria mammaria, ovvero migliorare una differenza di volume tra le due mammelle.
La scelta delle protesi è una fase molto delicata ed importante che condiziona il risultato finale dell’intervento di mastoplastica additiva. E’ compito del chirurgo plastico scegliere un tipo di protesi che sia adatto alla conformazione fisica della paziente e alle caratteristiche dei suoi tessuti, al fine di ottenere un seno più naturale possibile. Attualmente esistono in commercio diverse tipologie di protesi che si differenziano per forma, superficie e contenuto. Le protesi possono avere forma rotonda: indicate per pazienti il cui seno presenta una forma armonica e desiderano un aumento di volume moderato o per quelle donne che, a seguito di una o più gravidanze, hanno un seno svuotato e/o cadente. Protesi con profilo anatomico (a goccia): indicate per donne con pochissimo seno o che desiderano ottenere un effetto molto naturale. Alcune protesi, inoltre, offrono diversi gradi di proiezione (basso, medio e alto) a seconda del grado di proiezione che la paziente intende ottenere. Esternamente, le protesi mammarie possono avere una superficie liscia o rugosa. Le protesi a superficie liscia hanno un involucro leggermente più morbido e poco percepibile al tatto anche quando vengono posizionate sotto la ghiandola mammaria. Le protesi testurizzate sono invece un po’ più rigide al tatto, ma vengono preferite da molti chirurghi in quanto vanno incontro a minore rigetto (contrattura capsulare). Le protesi utilizzate nella mastoplastica additiva sono costituite da un involucro esterno di silicone e da un contenuto interno che può essere di gel di silicone o di soluzione fisiologica. Il gel di silicone è un materiale altamente coesivo e uniforme che pur avendo la morbidezza e la consistenza propria del tessuto mammario, agisce come una sostanza solida permettendo di evitare, in caso di rottura accidentale dell’impianto, la migrazione e la dispersione del suo contenuto all’interno della regione mammaria. Le protesi con gel di silicone sono disponibili in tre diversi gradi di coesività (morbido, leggermente denso e molto denso) al fine di garantire il massimo livello di resistenza, sicurezza e confort. Le protesi con soluzione fisiologica sono meno usate specialmente qui in italia. Nel corso del tempo le protesi possono essere sostituite per scelta personale (qualora la paziente desideri modificare il tipo o la dimensione dell’impianto) o a causa dell’insorgenza di complicanze o rotture. Per legge, non possono sottoporsi a una mastoplastica additiva pazienti minori di 18 anni, a meno che non sia presente una patologia della stessa. Non ci sono, comunque, limiti di età per sottoporsi a tale intervento. La mastoplastica additiva è una procedura chirurgica abbastanza semplice che dà in genere ottimi risultati, occorre però non sottovalutare la natura e i rischi che un intervento chirurgico comporta e non cedere alla tentazione di rivolgersi a medici non specialisti. Una possibile complicanza della mastoplastica additiva è la contrattura capsulare che deriva dalla reazione dell’organismo all’introduzione di un corpo estraneo. La contrattura capsulare consiste nella contrazione della capsula periprotesica che si forma naturalmente attorno a tutte le protesi che può, col tempo, provocare dolore e compromettere il risultato estetico dell’intervento. Raramente si possono verificare infezione, ipersensibilità o iposensibilità dell’areola o del capezzolo, dislocazione della protesi o formazione di pliche cutanee intorno all’impianto. Per ridurre i rischi di complicanze è, comunque, fondamentale seguire i consigli e le istruzioni del chirurgo nel pre e nel post-intervento.
Le fumatrici dovrebbero diminuire l’uso di sigarette perché il fumo può aumentare il rischio di complicanze e ritardi di guarigione. Prima di sottoporre la paziente all’intervento di mastoplastica additiva, il chirurgo dovrà valutare la forma e le dimensioni del seno, dell’areola e del capezzolo e condividere le possibili modificazioni di forma e di volume che possono essere effettuate. Il chirurgo dovrà, inoltre, valutare lo stato di salute della paziente per escludere la presenza di alterazioni (quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell’intervento. Prima dell’intervento, la paziente riceverà indicazioni precise sull’alimentazione pre e post-operatoria, sull’assunzione di farmaci, alcool e sigarette. Al termine della visita il chirurgo, considerando anche le aspettative della paziente, sceglierà la tipologia di protesi da utilizzare per l’intervento di mastoplastica additiva, la via di accesso più indicata (peri-areolare, dal solco sottomammario o dalla via ascellare) e il posizionamento corretto dell’impianto (sottoghiandolare, dual plane o sottomuscolare). Le vie di accesso maggiormente utilizzate nella mastoplastica additiva sono dall’areola, dal solco sottomammario oppure dalla regione ascellare. Le incisioni sono poco visibili in quanto rimangono nascoste, rispettivamente, lungo il contorno dell’areola o nelle pieghe cutanee dell’ascella o della mammella. Le protesi mammarie possono essere posizionate al di sotto del muscolo grande pettorale oppure al di sotto della ghiandola mammaria o con tecnica dual plane. Il posizionamento della protesi al di sotto della ghiandola mammaria rende più agevole il lavoro del chirurgo, ma ha lo svantaggio di rendere più palpabile e visibile la protesi e più difficile l’esame mammografico. Il posizionamento al di sotto del muscolo grande pettorale, invece, permette di ridurre la visibilità della protesi e il rischio di una contrattura capsulare e di facilitare l’esame mammografico, ma comporta una maggiore durata dell’intervento e del post-operatorio e il rischio di spostamento della protesi verso l’alto. Per ovviare a questi inconvenienti è stata sviluppata una la tecnica Dual Plane che consiste nel posizionare la parte superiore della protesi sotto il muscolo grande pettorale (dove la cute è più sottile e il rischio di palpabilità della protesi è più alto) e la parte inferiore sotto la ghiandola (per ridurre il rischio di spostamento verso l’alto ed ottenere un seno dall’aspetto più naturale). Il posizionamento della protesi al di sotto del muscolo grande pettorale permette di ottenere un risultato estetico migliore, più naturale e più duraturo riducendo, inoltre, il rischio di contrattura capsulare che si potrebbe verificare in conseguenza dell’impianto di una protesi mammaria. La mastoplastica additiva viene generalmente eseguita in regime di day-hospital e in anestesia generale senza intubazione anche se, talvolta, può essere eseguita anche in anestesia locale con sedazione (che consente alla paziente di rimanere sveglia, ma rilassata e insensibile al dolore). In rari casi può essere richiesto il ricovero in clinica per una o due notti. Prima dell’intervento si faranno eseguire alla paziente un elenco di esami di routine quali: Elettrocardiogramma, Emocromo, PT, PTT, Fibrinogeno, Elettroliti, Glicemia, azotemia, creatinemia, Sierologia (virus epatite B, C e HIV), Visita senologica con ecografia mammaria e/o mammografia. L’intervento di mastoplastica additiva dura circa 1 ora e termina con una medicazione costituita da un reggiseno che verrà sostituito dopo qualche giorno. Nelle 48 ore successive all’intervento di mastoplastica additiva bisogna rimanere a riposo. A partire dal terzo giorno si può riprendere la vita quotidiana evitando però attività faticose, saune, bagni turchi e l’esposizione al sole. Nei primi due giorni potranno verificarsi gonfiore, ecchimosi e indolenzimento nella regione mammaria. Dopo 4-5 giorni si potrà riprendere l’attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A tre settimane dall’intervento chirurgico, si potranno progressivamente svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva.
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